La Sala degli Scudi di Gara Tematica 1

(Sala degli Scudi, luogo interno alla villa che può offrire rifugio da occhi e orecchie indiscrete).

"Signora Renda Montali attenda qui, vado a chiamare il suo ospite, il signor McCallaway".

(Sala degli scudi)

*Stanford arrivò nella stanza, controllo l'orologio. Era in perfetto orario. Continuò a fumare il suo sigaro in attesa della persona che lo aveva fatto chiamare.*

(ingresso sala degli scudi)

*Tecla entrò con il suo solito passo lento ed elegante e vide che il suo ospite era già lì. Puntuale e impeccabile.*

"Eccomi Signor Stanford. Mi sono permessa di invitrala in un luogo più appartato lontano dal vociare e soprattutto da quell'uomo francese insopportabile. Non ho avuto ancora il piacere di parlare con voi. Onorata. Io sono Tecla Renda Montali."

*Le porse la mano come si conviene ad una nobildonna.*

(Sala degli scudi)

*Stanford tenne il sigaro tra le labbra e strinse energicamente la mano a Tecla.*

"Salve, signor...o signorina? Concordo in pieno con l'insopportabilità di quel francese. Come mai ha voluto incontrarmi? Ha qualcosa da dirmi?"

*Sconvolta dal gesto e con la mano dolorante dopo l'energica stretta di Stanford, prese a dire:*

"Si. Ho qualcosa da dirvi. Ho fatto una chiacchierata, se pur al quanto sgradevole, con il francese. Per voi prova talmente tanto astio! Sembra quasi che questa per lui sia una battaglia delle sue. Vuole a tutti i costi annientarvi il prima possibile.
Sembra che per opera vostra, lui ieri abbia mancato ai suoi doveri.
Vorrei poter capire. Cosa è successo tra voi?"

*Porse quella domanda pur sapendo che l'uomo non si sarebbe del tutto confidato con lei. Ma Tecla aveva bisogno di sapere e volle provare.*

(Sala degli scudi)

*Stanford sorrise.*

"Ebbene, voglio essere completamente sincero con lei, io con quel francese non ho nulla a che fare, non ci siamo incontrati ieri notte. I suoi odi non credo possano essere fondati, e io? Cosa dovrei fare? L'unica cosa è ricambiare l'odio come si ricambia l'amore. Mi batterò questa sera con la Signora per non farlo arrivare a domani, se vuole unirsi a me in questa mia lotta le sarei immensamente grato."

*La discussione era seria. Stanford stava dicendo quelle parole con immensa sincerità.*

*All'udire quelle parole, Tecla tirò un sospiro quasi fosse di sollievo. Gli voltò le spalle per pochi attimi passeggiando e pensando a ciò che aveva appena udito. Si voltò nuovamente verso di lui e disse:*

"Speravo di aver trovato in voi una persona con il dono della MAGIA. Ma forse mi sbaglio. Mi pare di capire però che abbiamo lo stesso scopo. Ovvero avere con noi il tomo a scapito di quelli come Armand.
Le dirò di più. Ieri avevo votato voi, ma per opera di qualcuno il mio voto su di voi è scomparso.
Oggi sarò con voi contro Armand. Spero che la fiducia che sto riponendo in voi sia ben pagata. Sapete. Non amo essere presa in giro a scapito della mia sincerità."

*Lanciò all'uomo un'occhiata fredda, sembrava quasi un avvertimento nel caso in cui l'uomo non fosse stato sincero con lei.*

(Nella sala degli scudi)

*Anche Stanford tirò un sospiro di sollievo, ne uscì una densa nube di fumo che ricoprì la signora.*

"Non se ne pentirà, non è il mio genere di atteggiamento dire bugie. Piuttosto sono curioso di sapere chi mi ha aiutato e mi ha allontanato il piatto avvelenato della Signora. E poi non sottovaluti le mie doti magiche, le parole francesi per me hanno ben poco peso."

"Chi sia stato ad aiutarvi non posso saperlo.
Stia attento però alle sue doti magiche. Potrebbero rivoltarsi contro di voi se qualcuno vi sorprende ad usarle."

*Fece una breve pausa.*

"Oggi voglio cominciare ad essere vostra amica e lottare con voi contro Armand.
Quell'uomo non lo posso soffrire.
Ma ditemi, tra tutta questa gente, c'è qualcuno che vi aggrada, che possa essere nostro alleato?"

(Nella sala degli scudi)

*Stanford si mise a sedere su una poltrona.*

"Beh, la ringrazio per l'aiuto che mi sta dando. Riguardo agli altri non so cosa dirle, non tutti sono inclini al dialogo come lei, c'è chi mi ignora e chi mi attacca, e a quanto pare c'è anche qualcuno a cui sto simpatico. Però solo solo voci, la cosa certa è che quel mangia-lumache non si sopporta."

*Dopo queste parole rise sonoramente.*

*La donna accompagnò la sonora risata di Stanford con la sua.*

"Avete proprio ragione! Da quando è arrivato non ha fatto altro che spredicare su tutti e tutto!
Ora, mi perdoni. Mi ritiro nella mia stanza a prepararmi per la cena e soprattutto a raccogliere i miei pensieri.
La ringrazio per la sua disponibilità.
Con permesso."

*E con un piccolo inchino in segno di un cordiale saluto, Tecla si allontanò dalla sala.*

(Nella sala degli scudi)

*Stanford arrivò nella stanza.*

Vediamo che dirà in sua discolpa la signora.

"A mia discolpa vi dico che Armand, sono sempre più convinta, che sia oratore che ha tolto i voti a se stesso. Armand avrebbe dovuto avere almeno 3 voti.
Voi con il vostro potere non avete fatto nulla?"

(Sala degli scudi)

"La sua tesi non mi convince del tutto. E' abbastanza improbabile che ieri Armand abbia deciso di salvare me dati i nostri attriti. Deve trovare una scusa migliore per mascherare il suo tradimento."

"Io non ho tradito proprio nessuno e presto ve ne renderete conto."

"Riflettendoci però non avete tutti i torti sapete.
Armand non può essere oratore!
E' qualcosa di più. Un oratore ha comunque agito su di lui.
Dovete dirmi cosa potete fare. E' di fondamentale importanza."

(Sala degli scudi)

"La concezione del tempo è relativa. Il suo presto è preoccupante. Se può essere più precisa ne sarei lieto."

(Nella sala degli scudi)

*Stanford fu interrotto dalla signora. Poi riprese a parlare.*

"Non si è fidata di me, non è stata mia alleata. Perché dovrei fidarmi di lei?"

"Io sono stata vostra alleata vi dico. Vi sto dicendo che c'è qualcuno che protegge Armand! Vi posso garantire che io ho votato con voi. Anch'io voglio Armand chiuso in una fossa ma stasera qualcuno l'ha protetto dai voti.
E' l'unica spiegazione plausubile. Io mi sto fidando di voi e nemmeno sto dubitando del vostro voto nei confronti di Armand.
Io vi sto dicendo il vero e se badate bene io vi sto dando fiducia senza sapere qual è il vostro compito qui. E che io sappia è di fondamentale importanza."

(Stanza degli scudi)

"Il suo comportamento mi ha stufato, questa superiorità non mi piace affatto. Ma chi si crede di essere per pretendere che io mi riveli? Chi avrebbe aiutato i due litiganti e perché?"

"Vi dico che non so chi possa essere stato. Io vi sto offrendo il mio aiuto ma voi proprio non volete comprendere!!
Forse mi sono sbagliata sul vostro conto. Credevo di aver trovato un alleato in voi ma evidentemente mi sbagliavo. Io patteggio per i vampiri e la nostra regina esige il Tomo! Voi siete con me o contro di me?"

*L'aria era diventata pesante e la conversazione sembrava stesse degnerando. Tecla era amareggiata. Aveva riposto fiducia in un uomo che, probabilmente, non la meritava.*

(Sala degli scudi)

*Stanford si stizzì.*

"Non è questo il gioco che voglio fare. Palesarsi così non è cosa che mi aggrada molto. Lei è libera di pensare ciò che vuole di me, non mi interessa. Quando il tomo sarà mio si pentirà di avermi tradito e non essersi fidata di me. Ha fatto un enorme errore oggi."

"Sciocca io a fidarmi di voi! L'errore non è mai stato mio! Prima o poi vi renderete conto delle corbellerie che state affermando.
Domani a mente ben riposata potremmo riflettere sull'accaduto se vi va. Se non volete farlo allora saremo divisi e il Tomo ha buone probabilità che finisca nelle mani di uno come Armand. Ricordate che l'unione fa la forza."

*Si voltò e si diresse nella sua stanza. Amareggiata dalle parole di Stanford."

(Sala degli scudi)

*Stanford sorrise.*

"Arrivederci, stia bene anche lei."