LA PIAZZA DI GARA "NEW e LIVELLI 1"

...in attesa dell'ultimo iscritto...






...coraggio, non aver paura...

Taani cammina, sicuro, rapido, felino.
Fugge? Non sembra, non è così rapido il suo passo. Pare sia un bosco, ma non abbiamo certezze a riguardo. Di certo, l'aria che respira gli dà fastidio. Prende un'ultima boccata, poi guarda all'interno della sua giacca e ne cava fuori un pacchetto di sigarette. Morbide. Il gesto con cui la sfila e se la porta al labbro è per lui naturale come l'incedere noncurante dei passi, del ritmo innato della sincope piede destro-piede sinistro. Sincope perché il ginocchio sinistro duole; e non manca di pensare a medicarlo presto, quando sarà alfine giunto alla meta. E mentre pensa tutto questo, inala tabacco e catrame e tossisce. Il suo bel corpo nasconde acciacchi impensati. Non risulta comunque goffo: non sopporterebbe che gli altri pensassero questo. È glaciale, come il suo sguardo, d'un verde acqua cristallino, quasi vitreo, tanto da incutere timore celato com'è in quel suo morto silenzio. E cammina senza stancarsi, e agli altri è ignota la sua meta. Butta la cicca, ormai terminata e smunta. Rimpiange il ritorno dell'aria, ama respirare fumo.

Seduto su un tronco marcio, un villico osa interrompere il nobile flusso del suo cogitare con parole sozze come il suo fetore:
"Ohilà, forestiero! Dove va di là? Non sa che per quella strada dovrà camminare per ore per poter giungere alla prossima cittadina?"

Taani lo guarda, con quegli occhi mirabili di cui si fa vanto.
"Messere, non è la città la mia meta".

E il villico, stolto, ridacchia e bofonchia.
"Ma se non è la città, qual è la sua meta?"

"Il sole", come se questa fosse la risposta più banale e candida del mondo.

"Il sole! E come ha intenzione di raggiungerlo, il sole?", con stupido stupore.

"Chi vuole raggiungerlo? Non sono così folle da crederlo. Io voglio solo avvicinarlo".

E cambiando totalmente espressione, il villico proruppe con voce melodiosa:
"Rammenti che più si avvicinerà al sole, mio caro, e più resterà abbagliato dalla luce; ma tanto più grande diverrà la sua ombra".

E il villico, incredibilmente, svanì in un bagliore. Taani lo cercò nuovamente con lo sguardo; ma sul tronco, prima schiacciato per il greve fardello, era ora l'aria sola a pesare.
L'aria, che pesava e tagliava i suoi bronchi.