La Stalla di Gara Tematica 1

(Stalla, luogo esterno alla villa che può offrire rifugio da occhi e orecchie indiscrete).

"Signor Zimmermann attenda qui, vado a chiamare il suo ospite, il signor McCallaway".

(Stalla)

*cammina nervosamente*

Mah!... Proprio la stalla doveva capitarmi: perlomeno in questo luogo l'aroma del sigaro si confonderà in mezzo a tutt'altro genere di olezzi.
Beh, di certo è al riparo da occhi e orecchie indiscreti, e qui io e Stanford potremo conferire tranquillamente.
Chissà cosa aveva voluto dirmi in Sala da Pranzo quell'Inglese: di certo non potevamo discutere in mezzo a tutta quella gente, mi innervosiscono gli ambienti troppo affollati, preferisco conversazioni più pacate, in cui ognuno abbia modo di prendere respiro.

*vede arrivare da lontano Stanford*

Bene, ecco l'inglese, ascoltiamo cos'avrà da dire su di se...

(Stalla)

*Stanford arrivò controllando l'orologio d'oro. Poi lo ripose prontamente nel suo montgomeri.*

"Sono lieto che sia stato puntuale emerito dottore. Non mi sarebbe piaciuto affatto aspettare in mezzo a questo letame. Volevo parlare un pò con lei del perché siamo qui. Non so se rimembra che la Signora vuole che qualcuno di noi lasci questa villa, e sarà proprio la comunità a scegliere chi."

*L'industriale inglese stranamente non aveva il sigaro tra le labbra quindi si accarezzava i folti e canuti baffi.*

*ascoltava attentamente le parole di Stanford, guardando un punto indefinito davanti a sè...*

"Ma certo che lo rimembro! Solo che al momento mi trovo assolutamente sprovvisto di ogni elemento per azzardare qualsiasi ipotesi al riguardo? Lei si è fatto un'idea?"

*e riavviandosi i capelli, attese la sua risposta*

(Stalla)

*Stanford sorrise*

"Beh, io le propongo di aggregarsi a noi nello allontanare il seccatore spavaldo mangia-lumache."

(Stalla)

*lo guardò attentamente*

"Come mai mi dice una cosa simile? Ha scambiato con lui qualche altra parola, oltre quelle che abbiamo potuto udire tutti? Il tipo non ispira nemmeno le mie simpatie, però non dobbiamo lasciarci fuorviare dal suo atteggiamento: magari il suo aiuto potrebbe rivelarsi prezioso per noi!"

*riavviandosi nuovamente i capelli*

"Mi dia qualche altra motivazione a sostegno della sua tesi: non è detto che io abbia intenzione di agire diversamente, però vorrei sapere cosa la spinge a comportarsi in questo modo..."

*quindi aggrottò la fronte guardandolo fisso negli occhi*

(Stalla)

*Staford estrasse il suo sigaro*

"Si affretti a esprimere un giudizio, al momento tesi non no ho, quindi si fidi del suo istinto, spero che domani ci sia un seccatore in meno, con o senza il suo aiuto."

*trasalendo allo scatto d'ira dell'uomo*

"Non si adiri con me: le ho solo chiesto maggiori informazioni soltanto per capire se le sue intenzioni combaciassero con le mie! Sono con lei in questo frangente: speriamo che alla fine possiamo ritrovarci dalla stessa parte della barricata, perchè penso che una simile decisione sia stata presa da entrambe le parti in gioco"

*e, recuperando la sua valigetta, fece un cenno all'inglese*

"Adesso andiamo via, questo olezzo inizia ad infastidirmi! Ci aggiorneremo quando la siatuazione inizierà a delinearsi!"

*ciò detto iniziò ad avviarsi verso la Villa*

(Stalla)

"Certamente, ci riaggiorneremo, il nostro punto di ritrovo sarà questo."

*Stanford tornò a fumare il suo sigaro e controllando l'orologio tornò in villa.*

(Stalla)

*con circospezione si avvia verso il luogo in cui poco prima si era tenuta la loro conversazione e lascia un bigliettino recante le seguenti parole:*

"Stanford, avete visto i risultati del Patibolo? Corrispondono alle vostre aspettative?
A me pare molto strano che il giovane francese abbia attirato l'attenzione di sole tre persone, avrei detto di più in base al suo atteggiamento!
Vi attendo domani."

*quindi, posto il biglietto in un punto da cui l'inglese avrebbe potuto vederlo, si strinse nel pastrano e si avviò nella notte gelida verso la Villa*

(Stalla)

*Stanford trovò il bigliettino, lo lesse. Estrasse il suo sigaro e tirò un forte respiro. Iniziò a cercare il suo compagno.*

(Camera di Balthazzar - Ingresso)

*Non c'era nessuno, iniziò a scrivere un bigliettino di risposta.*

"Sig. Balthazzar, lei è stato con me questa giornata?"

(Camera di Balthazzar)

*rientra dopo una giornata lunga e faticosa*

[Ach!!!... le mie ossa! Devo darmi una calmata, non posso atteggiarmi ancora come un baldo giovanotto! E' proprio vero: lo spirito è forte e la carne è debole... Se il mio fisico fosse ancora scattante come il mio cervello...

*interrompe il flusso dei propri pensieri quando si accorge di un bigliettino poggiato sullo scrittoio.
Poggia la valigetta e si avvicina allo scrittoio per leggerlo*

[Ach!!! L''inglese dubita di me!... Devo provvedere immediatamente!

*Di gran fretta ripercorre i propri passi (non si accorge di aver dimenticato l'inseparabile valigetta) per raggiungere la Stalla, ove lascia un altro biglietto recante la scritta:*

"Sì! Sono stato con lei! Va tutto secondo i suoi piani o non le tornano i conti?"

*e ritorna alfine nella propria camera*

(Stalla)

*Mentre l'amico lasciava il suo biglietto, Stanford arrivò. Lesse il foglietto, poi rispose.*

"Emerito Balthazzar, sono lieto che è stato con me, i miei piani non sono stati poi così sbagliati, ma il mio fine non è stato raggiunto. Spero che questa sera non ci siano altri imprevisti e che finalmente riusciremo a sbarazzarci di quello scocciatore. Lei che ne pensa?"

(Stalla)

*aspettò che Stanford leggesse il proprio biglietto, ed alla sua domanda rispose:*

"Signor Stanford, un simile accanimento nei confronti del francese nasconde ben altre ragioni oltre l'antipatia cui la muove il suo atteggiamento decisamentescorbutico: al momento vorrei conoscere meglio sia lei che lui. Non ha pensato che egli potrebbe anche essere un probabile alleato, al di là del proprio carattere?"

(Stalla)

*Stanford controllà l'orologio.*

"Sì, potrebbe essere anche un alleato, ma anche se lo fosse, con il suo atteggiamento non risulterebbe affatto utile. Lei può pensare ciò che vuole su di me, però può star certo che la mia è pura e semplice antipatia, dovuta alla mia sgarbatezza caratteriale che va contro il mio popolo."

(Stalla)

*guarda l'uomo, meditando sulle parole appena proferite, quindi ribatte:*

"Bene, fui d'accordo con lei ieri, non ho elementi per esserlo anche oggi, quindi lei mi sta chiedendo di indirizzare nuovamente il mio voto verso il francese, giusto?"

*gli rivolge un'occhiata d'intesa*

"E' inutile che continuiamo a girarci intorno: sappiamo benissimo entrambi di cosa stiamo parlando, no?"

(Stalla)

*Stanford si fece scappare una piccola risata.*

"Beh, veramente no, di cosa stiamo parlando? Ha visto come mi ha trattato quest'oggi appena fuori dalla sala da pranzo? Penso che quello basti per accanirmi contro di lui, occhio per occhio, dente per dente."

(Stalla)

*ricambia il sorriso*

"Beh, se non sa lei di cosa stiamo parlando, non vedo perchè dovrei essere più informato... Comunque, siamo d'accordo, dopo stanotte, visto il risultato, ci ritroveremo qui per discuterne, o vuol aggiungere qualcos altro a questa nostra conversazione?"

(Stalla)

*Stanford aspirò il suo sigaro.*

"Spero di poter contare su di lei come alleato stabile, potrei ricambiare il suo favore non appena lei vorrà. Grazie e arrivederci. Ci aggiorneremo questa sera qui. Siamo d'accordo?"

(Stalla)

*sorrise e prese con sè l'inseparabile valigetta*

"Siamo d'accordo! Stasera qui! Le auguro una buona giornata!"

*e si avvio verso la Villa, facendo cura a non farsi vedere assieme a Stanford*

(Stalla)

*Stanford fumando il suo sigaro giunse alla stalla.*

Vediamo cos'ha da dirmi Balthazzar, e come si discolperà.

(Stalla)

*si avvicina con calma al luogo convenuto per l'appuntamento, ove trova l'inglese intento a fumare un sigaro*

Ci siamo! E' un vizio inveterato, e suppongo che sia anche nervoso, per come si liscia i baffi!

"Buonasera! Eccomi qui, come da accordo? Ha sentito cos'ha detto la Contessa in Sala da Pranzo?"

(Stalla)

*Stanford si voltò di scatto.*

"Ho sentito bene ciò che ha detto la contessa, e ho visto cosa è successo. Che ha da dire?"

(Stalla)

*lo guarda, sostenendo il suo sguardo*

"Non saprei proprio, perchè non ho riscontrato affatto il risultato che avevo previsto! Mi sarei aspettato nove voti, invece ce ne sono soltanto sei, e poi non mi tornano i conti riguardo a quanto avevamo detto oggi pomeriggio..."

(Stalla)

*Lo sguardo di Stanford si fece più aspro.*

"Io la mia preferenza la so, è per questo che dubito fortemente della sua onestà."