Casa Aegis - Gara 21

La "casa" del giovanissimo scudiero in realtà non è altro che la stalla della locanda della cittadella.
Il piccolo biondino ha steso delle coperte sul fieno del box alla sinistra di quello del cavallo del suo padrone, un grosso e robusto stallone bardato da un drappo di seta nera con ricami in argento.

Lo stemma sul drappo rappresenta Atena, dea della saggezza, dell'intelletto e della prodezza marziale.
Su di un'angolo, un'armatura lucente laccata di nero con rilievi argentati, evidentemente troppo grande per appartenere al fanciullo, ed uno scudo ad essa abbinato che reca il medesimo stemma.

Vicino all'armatura, un secchio pieno di acqua e sapone, con una spugna che galleggia sul filo dell'acqua. Uno straccio sporco di unto ed una pipetta piena di olio lubrificante.

*Si affaccia incerta alle grandi porte socchiuse, incredula che il posto sia quello giusto, eppure l'indirizzo è esatto, la sua memoria non sbaglia. Due colpi brevi ad annunciare il suo arrivo e poi si incammina all'interno della stalla, socchiudendo gli occhi nella penombra, provenendo dalla luce intensa dell'esterno *

E' permesso ?

*Non alza la voce,ma non tentenna, sicura anche in quel luogo che tuttavia le appare strano per un invito *

Buongiornoooo!! ma come si sta bene in questa stalla!...mi sento molto a mio agio!! Il lusso mi mette in imbarazzo!
grazie per l'invito scudiero!!

Lo scudiero è seduto, o per meglio dire sdraiato, su di un cumulo di paglia.
Tra i denti stringe un filo di fieno.

Nel tepore della stalla, si è tolto il mantello ed il gilè di pelle, e quindi la sopravveste nera che copre il maglione di lana è ben visibile, e reca lo stesso simbolo impresso sull'armatura del cavaliere, che evidentemente ha appena finito di lucidare...

Forse un giorno anche lui sarà abbastanza alto da poter indossare un'armatura simile, sempre se un pugnale tra le costole o una folla inferocita che reclama il suo nome al patibolo non terminerà la sua esistenza molto prima di quel giorno.

"Benvenute nella mia dimora, mie signore..."

Dice ridendo ed aprendo le braccia come se stesse mostrando loro una reggia.

"Io temo dovrò passare qui la maggior parte del mio tempo, a strigliare il cavallo del mio padrone ed a lucidarne l'armatura. Ma se, dopo i vostri affari, vi fermerete a prendere una birra in locanda, sappiate che mi troverete sempre qui, nel caso vogliate fare due chiacchere in compagnia."

La bambina entra spingendo la porta della stalla.

Buonasera Scudiero, grazie del tuo invito.

Le signore le conosco già.

Sorride alle due.

*Uno sguardo affabile alla bimba,in un gesto quasi materno di richiamo apre le braccia, quasi volesse stringerla a sè *

"Mia cara, sono contenta di ritrovarti qui, non è giusto che una creatura innocente vaghi da sola per questo luogo dimenticato da Dio, qui anche il sorriso più radioso nasconde la più nera delle anime"

E' un piacere vederti anche qui cara!

La bambina accende un lume ad olio che illumina la piccola figura all'approssimarsi della notte.

Perchè qui tutto tace? Il buio è sceso fin troppo velocemente stanotte e io ancor non so chi aiutare con il mio voto.

Lo scudiero, seduto sul suo cumulo di paglia, intento a lucidare l'elmo del cavaliere, le sorride dolcemente.

"Chouna è il male peggiore riconosciuto al momento... Direi che se potessi dare una lezione ad una persona, stasera la darei a lei."

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