Il Castello de Il ventunesimo Rintocco - Gara Tematica 2

*Un athamé dalla lama seghettata viene posto su di un panno candido*

Il Castello de Il ventunesimo Rintocco - Gara Tematica 2 Kriss

"Non so a cosa vi servirà tale pugnale, uno strano figuro mi ha pregato di porlo qui, in codesto posto"

*Inavvertitamente, si punge con il pugnale, facendo scorrere il sangue sul pavimento*

"Ci vuole un cerotto. Intanto se vi volete accomodare cari Rebecca e Immanuel. Per volere della povera Stephanie voi dovrete stare insieme nelle notti a seguire, in codesta villa."

*Immanuel entra nel castello sbuffando. Butta rumorosamente i suoi pesanti libri di filosofia sul primo appoggio che trova. Sembra alterato.*

"Perché? Perché la signorina Stephanie ha voluto me in questo edificio??? Io sono un uomo solitario, la ricerca della propria anima e della propria indole va fatta da soli. Non si può chiedermi di collaborare!"

*Continua a sbuffare e a grattarsi la folta barba nera. Estrae velocemente dalla tasca la sua pipa e la accende sopra una candela situata su uno scrittoio.*

"Non si può andare avanti così. Spero almeno che la compagnia sia gradevole."

*Immanuel si desta dal suo sonno ristoratore. Il viaggio era stato lungo e la vecchiaia iniziava a farsi sentire.*

"Ma ancora non è arrivato nessuno??? Che questa si rivelerà una gara solitaria come avevo sperato?"

*Immanuel diede una forte enfasi alla parola sperato per contraddistinguerla bene dalla parola sparato.*

*La giovane fanciulla si desta lentamente, scostando con misurati movimenti le lenzuola del proprio giaciglio e principiando a muoversi. Alza leggermente la schiena, gradualmente, fino a che non raggiunge una posizione eretta con la medesima. S'osserva attorno, adocchiando la sala da letto riccamente decorata.*

Oggi è il gran giorno. Non potrei desiderare di meglio: giornata uggiosa, pioggia, fresca brezza. Dovrò vestirmi elegantemente senza tralasciare il calore della soffice lana...

(Stanza comune Rebecca - Immanuel)

*La cameriera, il vassoio poggiato sapientemente sull'avambraccio, bussava alla porta della stanza. portava con se una regale colazione per quei due loschi figuri, che la contessa aveva voluto pernottassero insieme. Poco sapeva Sylvie, e gli ordini non si discutono, ma , nonostante tutto provava un insolito timore al solo bussare alla porta di quella stanza. Bussò.
Una voce maschile dall'interno urlò qualcosa di assolutamente incomprensibile. Bussò ancora. Questa volta era una donna che parlava. Doveva essere quella Rebecca che quasi intimava alla cameriera di identificarsi.*

"Sono la cameriera, volevo servirvi la colazione"

*

(Stanza Rebecca)

*S'abbiglia con estrema grazia e lentezza, quando sente un bussar alla porta continuo. Risponde come segue a Sylvie:*

"Mi sto preparando per incontrare gli altri ospiti... Un attimo solo."

*Infin, verso Immanuel, chiede con tono garbato accennando alla porta col capo:*

"Immanuel, mein Lieb, können Sie loswerden, dass Abschaum bitte?"

Che spreco di carta... Leggi qui, Immanuel caro.

Olga ha scritto:: CAIO VALERIO CATULLO. Carmina. Odi et amo (LXXXV)

Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior.

Ti odio e ti amo. Come possa fare ciò, forse ti chiedi.
Non lo so, ma sento che così avviene e me ne tormento.

*Immanuel altero risponde:*

"Innanzitutto signorina mi faccia il piacere di parlare la lungua universale, visto che non ho intenzione di mettermi a tradurre faccende che devono essere palesi."

*Poi, dopo un respiro profondo, continua a parlare più tranquillo.*

"Bene, la signorina Olga parla di Catullo, io conosco bene quell'autore. E sopratutto quel carme che è per così dire la sua masterpiece. Che sia emofilo come vuole far credere? Oppure un cardinale messo nella folla per farci perdere una giornata importante?"

*Velocemente aggiunse una parte fondamentale al suo discorso.*

"Quest'oggi penso proprio di dovermi concedere un lungo riposo dalle 15.00 alle 19.00. So che arrecherò molto disturbo e scompiglio, ma la prego di estorcere informazioni anche per me, sopratutto sulla preferenza di allontanamento forzato da questa vita, ad opera della contessa."

Anche io ho avuto un bel daffare in quel lasso di tempo.

Ho dovuto preparare i ferri del mestiere per stasera, oltre tutto.

Oggi proverò a "convincere" Olga a farmi compagnia nei giorni futuri, qui nella nostra stanza. Sei d'accordo, mein Lieb?

Anche Taani mi sembra degno di tale immenso onore...

Infine credo proverò con Taani... Nella custodia del violino potrebbe celarsi qualcosa di ben più pericoloso.

Attendo il tuo responso, caro.

"Cara compagna di sangue, fa come meglio credi. Forse tentare con Olga sarebbe cosa saggia. Se fosse cardinale avrebbe tutte le ragioni per eredizzare. Intanto io cerco di far trasalire Chiara e avanzo i miei disappunti sulla persona di Fallon, che ne pensa?"

Fallon? Più evanescente di te, se mi consenti. Se lo desideri, potremo assegnargli due preferenze.

Mordo Olga, voto Fallon.

Sarà questo ciò che scriverò nel mio biglietto.

"Esatto, mia cara. Quale motivo migliore che essere degno di rispetto per essere evanescente? I Nostri valorosi sono riuniti in questa stanza. Chiunque altro meritevole è contro di noi. Ha idee migliori?"

"Poi sarebbe bene che non faccia nomi con nessuno di questa sua preferenza in modo che la nostra coppia di preferenze non desti in anime elette sospetti sui castellani."

Tranquillo, mein Lieb. L'unica persona con cui ho conversato è quel orso di nome Mark, che si ostina a chiamarmi Signora. Sono così vecchia?

"E' uno strazio dovermi ripetere, parole in lingue incomprensibili sono mal viste dalla mia povera mente. Io sarò pur stato evanescente ma anche lei non si è interessata poi troppo alla vita sociale. Le afferm, qui ed ora, e sottoscrivo che lei non sembra vecchia. Forse alleggerire un pò il trucco porterebbe a risaltare meglio i suoi gentili lineamenti."

*Terminate queste parole Immanuel sprofondò nella purpurea poltrona che era collocata in un angolo.*

< Almeno qui posso concedermi ai miei vizi quali il fumo.>

*E con questo pensiero si accese nuovamente la sua pipa.*

"Comunque cara signora pensavo lei avesse intenzione di arruolare un nuovo compagno stasera e non iniziare lo sterminio. Io ero ben contento di avere una nuova persona con la quale interloquire in questa stanza."

"Avete ragione, mio caro, sono troppo impulsiva."

*La giovane nobildonna s'osserva civettuola allo specchio, rimirandosi da ogni angolo.*

Chissà dove avranno mai visto delle rughe. Io non ne vedo manco mezza. Sarà stato forse a causa di quel lungo viaggio nelle Terre Esterne.

*Infine si volta verso Immanuel, rispondendogli con tono gentile.*

"Ma come, non basto io? Oh, come preferisci. Domani cercherò di convincere qualche donna a farti compagnia. Che uomo fortunato, ad avere Me ed un'altra compagna di stanza, vero?"

*Immanuel sbuffò espirando una considerevole e densa nube di fumo.*

"Il segreto è il tempismo: due persone perfette insieme che tentano di star insieme nel momento sbagliato crederanno di non stare bene insieme."

< Senza speranza.>

"Mah, non capirò mai la psicologia di voi uomini."

*Si avvicina con lenti passi al tavolo ove è conficcato il coltello. Lo estrae con un movimento rapido del braccio, studiandolo per qualche istante. Infine, lo nasconde nel petto sotto la veste.*

"Io vado, spero di tornar subito. Abbiamo molte altre cose di cui parlare."

*Compie infine qualche passo verso la porta, decisa ad uscire.*

Non mi son mai sentita tanto nervosa come ora. Speriamo fili tutto liscio...

*Immanuel in uno stato di atarassia e aponia tipico del saggio rimane adagiato sulla sua poltrona aspirando la sua pipa. C'è tempo per agire.*

< Le donne, non riescono proprio a capire la filosofia e il giusto stile di vita.>

"Fuori uno. Speriamo di aver scelto saggiamente, Immanuel caro."

*Queste sono le prime parole della baronessa, una volta tornata nella sua camera.*

"Speriamo che nessuno mi abbia seguito. Di certo c'è che oltre a Olga, non vi era nessun altro in quella stanza."

"La signorina Chiara non è la veggente che cerchiamo, nient'altro da aggiungere sulla sua poco saggia decisione."