VILLA HADLEIGH CASTLE COUNTRY PARK (Gara tematica 1)

(Vicino alla Scalinata)

*si avvia verso la sua camera dopo aver girato a lungo all'interno della Villa*

Bene, oggi sono riuscito a chiarirmi un po' le idee: spero che le persone con cui ho dialogato siano state sincere con me, perchè per me la sincerità è un valore imprescindibile! ...In particolare una conversazione di oggi mi è stata utile per vedere con più chiarezza la situazione

*viene attirato dall'accesa conversazione fra Stanford ed Armand*

Questi due! Stanno diventando le prime donne della Villa: ci vorrebbe un intervento della Contessa per calmare gli animi e stemperare i toni, non so come facciano a comportarsi così in mezzo a tanti sconosciuti... Comunque, meglio che tiri dritto per la mia strada e non mi mischi in questioni di così poca importanza

*e degnandoli appena di uno sguardo, stringendo la sua inseparabile valigetta, affretta il passo dirigendosi verso la propria camera*

Devo fare in fretta, il tempo stringe e la situazione sta diventando rovente!!!

(Nella sala degli ospiti)

*Infuriata come non mai Rebecca aspettava un qualche membro della servitù*

È MAI POSSIBILE CHE IN QUESTA VILLA NON CI SIA UN DANNATO SCHIAVETTO DISPOSTO A MOSTRARMI LA VIA PER LA BIBLIOTECA?!

*tirò un sospiro*

"Non ho dormito per nulla stanotte e ci mancava solo questa... che odio... che mal di testa... mi sento poco bene..."

*Rebecca si mise una mano in fronte e si sedette sulla prima sedia che trovò*

(Nella sua stanza)

*L'avvenente donna era ancora distesa sul suo letto a riposare quando Sylvie bussò alla sua porta. Stordita ancora dal sonno si alzò e, indossata una vestaglia, andò a vedere chi fosse a bussare. Fece entrare la donna ed ella disse:*

"Mi scusi signora, stava riposando?"

"Non si preoccupi, anzi la ringrazio per avermi destato dal sonno."

*Detto questo si diresse verso il bagno e si concesse un lungo bagno caldo riflessivo.*

Spero di aver fatto il giusto la scorsa notte... cosa dovrei fare questa notte? Sono davvero indecisa.

*Terminato il suo rilassante bagno caldo, si vestì con un elegante abito verde smeraldo e si preparò ad uscire dalla sua camera.*

(Nella sala d'intrattenimento)

*Si avvicinò alla bellissima ragazza dall'accento dell'est europa e al dottore tedesco.*

"Buona sera, signori, scusate la mia lunga assenza, ma il mio lavoro mi ha costretta ad avere degli orari molto particolari... Svegli FINO all'alba, oppure svegli SIN dall'alba! Ah... che ne direste di sederci comodamente e chiacchierare sulle novità di stamane sorseggiando un buon thè o una tisana? Credo che lo chef sarà ben felice anche di prepararci qualche dolcetto... o sbaglio?"

*Detto questo si avvicinò al maggiordomo e gli chiese se sarebbe stato servito il thè*

(nei corridoi)

*Aveva trascorso la giornata a scambiare piacevoli discussioni. Aveva ricavato qualche informazione e aveva deciso di ritirarsi nella sua stanza per riflettere su quanto appreso.*

Meglio andare a riflettere in camera. Il troppo via vai di queste persone mi distrae. Ho bisogno di stare tranquilla con i miei pensieri.

(nella sua stanza)

*Entrò in camera e si sdariò sul letto. L'ora era quasi vicina e doveva riflettere per fare la cosa giusta sulla base di quelle poche cose che sapeva.
Il tomo era l'unica sua preoccupazione.*

(Corridoio)

*sente la voce esausta di una donna vociare animatamente e torna indietro per vedere chi sia*

(Sala degli Ospiti)

"Permette signorina? Mi sembra alquanto esausta, forse la giornata è stata molto stancante? Posso aiutarla? Sono un medico, magari ho con me qualcosa che fa al caso suo..."

(Sala degli ospiti)

"Oh... cosa? Bhè si, ieri sera non ho dormito e oggi sono stata tutto il giorno in cerca del biblioteca che non ho trovato... forse era meglio evitare lo sfogo di prima...
Ma lei... è un dottore? Ha detto che si chiama Balthazzar Zimmermann... ho già sentito il suo nome...
Se ha qualche ricostituente le sarei grata."

Almeno la tua intera esistenza sarà servita a qualcosa, cercare di colmare le mie attuali debolezze

*Rebecca sorreggeva la testa con la mano, era esausta*

(Sala da pranzo)

*Stanford giuse alla sala da pranzo. Era ora di cena, era curioso di sapere cosa sarebbe accaduto quella sera. Fumava il suo sigaro, ma non appena entrò lo spense e lo rimise nel taschino. Poi controllò l'orologio. Era in orario ma nessuno ancora era arrivato. Si stava spazientendo.*

(sala da pranzo)

*Era ormai ora di cena e Tecla raggiunse la sala da pranzo insieme ai suoi commensali. La contessa era appena arrivata e la cena ebbe inizio.*

E stasera cosa accadrà? Altre morti avvelenate?

*Pensava mentre si accomodava per cominciare a cenare.*

(Sala da pranzo)

*Sonja prese coraggiosamente parola al tavolo*

"Povero Manuel... Mi sà che gli ha fatto male stare tutto giorno davanti a pianoforte"

*La russa emise un abbozzo di sorriso ironico*

* sembrava solo un brutto sogno...ma non lo era..
qualcuno lo aveva avvelenato..e pensare che di molti Manuel si fidava...evidentemente non delle persone giuste..Ora si ritrova al cimitero e nulla sarà più lo stesso...non sarà più capace di provare emozioni, sensazioni...
Un solo scopo ora ha...quello di radunare i suoi simili e di aiutare a recuperare il tomo...Sì da morto avrebbe fatto ancora di più....sa già la prima persona da contattare..
cerca di contattare ora la persona che sicuramente si fiderebbe di lui dopo quello che avrà da rivevelarle....*

(Per i corridoi della villa)

Stanford si muoveva a passo svelto nella grande villa, fumava il suo sigaro dolcemente. Di tanto in tanto controllava il suo orologio. Da buon inglese era un abitudinario e i suoi comportamenti era sempre gli stessi.

A quanto pare quel francese non si fa più vedere in giro, forse ha capito che il suo comportamento dava qualche dissapore.

(Sala da Musica)

*siede su una poltrona, meditando sugli avvenimenti dei giorni trascorsi, leggendo distrattamente un libro: "Viaggio in Italia", di Johann Wolfgang Goethe*

Ieri mi ha mentito!!!... Ed io che mi ero fidato ciecamente: ci son cascato come un allocco! Ma non si preoccupi: siamo forti e compattamente coalizzati, e ce ne disferemo senza troppe difficoltà... Questo è poco ma sicuro!

*continua a sfogliare il libro con aria nostalgica*

(Salotto)

*Seduti attorno al tavolo, tutti gli ospiti chiacchieravano animatamente. Come al solito, v’erano alcuni che non facevano altro che recare insulti alla persona, come Stanford..altri invece immersi nei propri pensieri.

Dopo poco tempo ci si imbattè in un’aspra discussione, a proposito dell’eistenza del Creatore. La contessa Lilian, una donna colta e saggia, ne parlò prendendo ad esempio un atto di un’opera di Shakespeare che ricordava molto bene e disse*

“Molti la pensano come il Re Macbeth a riguardo, che:

La vita non è che un’ombra
Che cammina, un povero attore
Che si pavoneggia e si agita per la sua ora
Sulla scena e del quale poi
Non si ode più nulla: è una storia
Raccontata da un idiota, piena di rumore
E furia, che non significa nulla”

*Fu in quel momento che Emeth intervenne*

“Eppure cara Contessa, anche se molte persone sono d’accordo con tali parole, quando poi sono colpite in prima persona da una disgrazia, invocano ugualemente quel Creatore, a cui loro prima negavano l’esistenza.
E’ questo quanto anche io ho fatto..mi sono rivolto al Signore, perché solo egli può mostrarci come contare i nostri giorni in modo tale da indurre il nostro cuore alla saggezza”

*Consapevole di ciò che stava affermando, riprese fiato e, voltandosi verso gli altri disse*

“La giornata di ieri mi ha permesso di entrare in contatto con la Chiesa, per questo mi è stato chiesto di radunare le Pecore smarrite di Villa Hadleigh Castle Country Park, dovremo aiutare la sacra Istituzione a trovare il prezioso Malleus Maleficorum”

*Pronunciate queste forti affermazioni, Emeth si accorse del silenzio tombale che dominava quella Sala.
Con la solita calma, ora l’uomo Saggio attendeva risposte positive, ma lontano da occhi indiscreti,occhi dove poteva nascondersi il male, dal quale era sempre fuggito*

*Dopo aver ascoltato le parole del dottori Kazim, Sylvie lascia cadere in terra il vassoio con le tazzine e la teiera.*

"Chiedo scusa, sono mortificata.
Signora Contessa, mi perdoni, mi è sfuggito di mano il vassoio; queste storie di Chiesa e di Demoni terreni mi terrorizzano".

(Nella sua stanza)

*Tecla aveva trascorso l'intera giornata nella sua stanza. La cena della sera prima le era rimasta sullo stomaco e quel giorno evitò il pranzo.*

Cena squisita indubbiamente ma il mio delicatissimo stomaco ne ha risentito.
Mon Dieu! Che nottataccia! Per fortuna mi sono ripresa. Quel digestivo ha fatto miracoli. Peccato però che non aiuti a digerire certe persone!!
Ora sarà meglio scendere. Mi sono assentata troppo e qui qualcuno ha bisogno di me. Questo QUALCUNO però deve pur cercarmi. Io non so proprio dove cercare!! Proverò a fare un giro delle stanze.

(Stanza di Armand)

*Quella era una giornata un pò particolare per Armand... Era l'anniversario della morte del bisnonno, Jean-Baptiste Dumont, l'unico avo che egli avesse mai rispettato.
Ma non era solo quello il motivo della sua assenza in giro per la Villa... Troppe cose si affollavano in mente...*

Sembra che tutti questi cazz...oni vogliano solo confondermi le idee...
Ah, ma so io come combinarli per le feste...
E soprattutto, ora so... Forse ho finalmente capito... Come ottenere il libro...

* musiche di mozart lo aiutano a riflettere....*

"Chissà...chissà se riuscirò a sconfiggere il male da morto... forse sarebbe meglio da risorto..chi ha potere mi contatti..."

(Nella sua camera)

*La bellissima donna era rimasta a tutto il giorno nella sua camera a riflettere... doveva decidere cosa fare quella, aveva bisogno di idee, spunti. Si diresse quindi nella zona più affollata della villa. Il Salotto.*

(Nel Salotto)

*Layla giunse in tempo per ascoltare l'importante discorso fatto dal chirurgo indiano. Interessata al discorso disse.*

"Signore, le vostre parole sono di un certo peso. Siete sicuro di quello che dite? Come potremmo noi fidarci così ciecamente di voi? Avete una qualche prova di quello che dite? Vi prego di proseguire il discorso, se volete privatamente."

"Ma certo cara Layla,per me sarà un piacere darvi dimostrazione di ciò che è stato appena detto"

*Detto ciò, Emeth si avviò verso il corridoio e invitò Layla ad accomodarsi in una delle stanze della Contessa sorseggiando una bevanda calda*

(Sala da pranzo)

*In maniera molto pacata e tranquilla fà il suo ingresso Rebecca sedendosi a tavola aspettando la cena*

Dopo essere stata rinchiusa tutto il giorno in stanza per via del mancamento di ieri ho bisogno di qualcosa che mi rimetta in forze

"Non vedo l'ora si mangi, ma ovviamente la servitù qui fà schifo. Quando hanno intenzione di portare la cena?"

*Sbuffando disse*

(Sala da pranzo)

*Stanford arrivò nella sala da pranzo con la sua pipa in bocca, aveva riposto il sigaro, ma fumo rimaneva una costante intorno a lui.*

"Signorina, sempre a lamentarsi?"

*Controllò l'orologio.*

"Siamo in anticipo, mi fa piacere che almeno qualcuno puntuale è presente in questa reggia."

(Sala da pranzo)

*Armand fece il suo ingresso trionfalmente.*

Sono stato troppo tempo fuori dalle discussioni, quest'oggi... Gli altri avranno sentito la mia mancanza...

"Buonasera a tutti, belli e brutti... Ovviamente il bello qui sono solo io.... E voi siete anche pezzenti...
E qualcuno ha già sperimentato la mia sconfinata bellezza!!!"

*Armand, sempre trionfo, si sedette sulla sua poltrona, attendendo la cena."

(Sala da pranzo)

*Rebecca continuava a sbuffare*

"Certo che mi lamento mio caro, in questa villa c'è troppa disorganizzazione. Se fosse stata la mia di servitù adesso sarebbero qui ai nostri ordini e invece chissà dove sarà sparpagliata... dumm Gräfin. Se ci fosse mio marito qui saprebbe come mettere tutti in riga. Lui si che è un vero uomo"

*Disse sospirando*

"Non come questa sottospecie di baguette che è appena arrivata"

(Sala da pranzo)

*Alle parole della donna Stanford si limitò a ridere rumorosamente.*

(Sala da Pranzo)

"Signori, vogliate accomodarvi. La cena sarà servita tra 5 minuti"

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