Gara 06 - "Febbraio 2012" - LA PIAZZA

Per una volta Xero non centra nulla con questi casini!!

Comunque la vera chiesa sono io....quando mi arrabbio divento il castello, quindi eletti, dannati e voi tutti venite a dirmi il ruolo così vedrò io chi far vincere!!



POST 1

Xerodark ha scritto:

Per una volta Xero non centra nulla con questi casini!!

Comunque la vera chiesa sono io....quando mi arrabbio divento il castello, quindi eletti, dannati e voi tutti venite a dirmi il ruolo così vedrò io chi far vincere!!



POST 1

CIao a tutti, mi chiamo Pirimpallo Pirimpalli e sono il Traghettatore

Tornando seri evitate di scrivere ruoli/fazioni di altre persone in pubblica piazza. Corruttibili o meno che siano



POST 4

ADMIN ha scritto:

Scusatemi se mi sto prendendo delle licenze nel commentare i vostri post... mi sto divertendo



PS che goduria dare i malus a Zelgius

Non è colpa mia se sei invidioso..godi pure..

Ouh ha scritto:

....mi spiace per il malus di Zelgius....però lo quoto...

Cari Popolani, non disperdete energie nell'attaccarvi l'un l'altro (che cmq vuol dire che vi state impegnando e che ci tenete), ma concentratevi nel cercare di vincere.

chi osa rischia di sbagliare, chi sbaglia impara e chi non sbaglia è perchè non osa....

cmq...occhio AI collezionisti...



POST 2

Grazie,tu verrai risparmiato da me,la vera e unica chiesa! scherzo naturalmente..

Kuran ha scritto:

Fear, il problema non è la presunzione, tanto meno ripicca od orgoglio, più che altro è quasi preghiera di chiedere fiducia da parte della Chiesa per voi. xD. La Chiesa sa bene come si sentono gli eletti, il problema però è un altro. Mettiti nelle condizioni della Chiesa:
Hanno tutta la responsabilità addosso, hanno eletti stessi che gli vanno contro (vedi Rugiada) e grazie alla gestione di questi, votano altri eletti rovinando la fazione (Me), solo per un qualcosa che non so se è ripicca o altro. Il comportamento della Chiesa è stato PURTROPPO, e ripeto PURTROPPO, lo stesso di Rugiada votando lei, perchè un eletta che va contro la Chiesa e intralcia la vittoria non della chiesa, ma degli eletti, eliminandoli, non è che sia il massimo. XD Per questo abbiamo dovuto, è stato opportuno che Rugiada venisse eliminata, anche se la Chiesa ha perso un turno SACRO (perchè in quel turno poteva eliminare un vampiro) è stato opportuno perchè altrimenti il resto della partita avrebbe seguito una via sbagliata sotto la mano di Rugiada.
Poi la chiesa è in situazioni critiche (Ma grazie ad alcuni eventi accaduto ed alcune parole sapute, si sta risalendo come detto prima "AL SOLE", per questo so per certo e posso ASSICURARVI che si può ancora vincere), e sapendo magari qualcosa in più da voi, la chiesa saprà di più e quindi saprà gestire meglio tutti gli eletti.
Nel senso: se la chiesa dice tutto a voi, e magari non siete eletti (perchè una delle responsabilità/difficoltà della chiesa è questa, avere a sé i giusti membri) praticamente la vittoria può andare a quel paese perchè magari svelando qualcosa a voi tutti, qualcosa arriva agli avversari che provvederanno bloccando le tattiche della Chiesa. Invece, dovete essere voi a dire tutto alla Chiesa, di vostra iniziativa ecc. dovete essere voi a parlare, a fidarvi, a far vedere alla Chiesa che si può appunto fidare di voi, non bisogna pretendere che la Chiesa si fidi così a prima dimostrazione da voi che gli andate dicendogli "sono eletto". La Chiesa non sa nulla perchè tutti sono andati dalla persona sbagliata (Rugiada), lei stessa è andata contro la Chiesa, portando gli eletti da sè. Non è che la Chiesa poteva poi scoprirsi troppo (anche se così è stato alla fine ma lasciamo perdere), perchè appunto ha la sua tattica. Cioè, quello che voglio dirvi è: Date fiducia alla chiesa, ditegli di tutto e di più di vostra iniziativa, senza che la chiesa vi chieda nulla, con voi che non richiedete nulla in cambio. Una volta ciò, fidatevi delle mie parole: la chiesa praticamente vi ricambierà la fiducia.
So di non essermi spiegato alla perfezione, tanto meno di aver scritto in un italiano corretto, ma so che potete capire. Se vi mettete nelle condizioni della Chiesa, o se una volta per partita lo siete stati, sapete come funziona e il peso e lo stress che si ha addosso, perchè la chiesa deve capire di chi fidarsi o no. Voi siete tanti, la Chiesa è una sola. Non agisce da sola, non vuole agire da sola o altro. Semplicemente, se non gli date informazioni non può gestire nulla perchè non sa nulla. E' questo quello che si cerca di capire.
Ora, tutti miei Eletti, potete anche prendermi a bastonate, insultarmi, non credermi o quant'altro, ma posso assicurarvi che è così. La Chiesa HA bisogno del vostro aiuto, quindi andate da Cynthia (o se non la trovate da me) con ruolo, azioni ed esiti già pronti. Vi saranno date direttive, e ovviamente saranno ben accetti consigli per e su ogni cosa riguardante magari le tattiche con quello che sapete. Bisogna avere appunto collaborazione, gestita però dalla Chiesa. Inizio già da adesso a scusarmi per il comportamento avuto e per tutti gli inconvenienti ed il resto, ma come vi ho detto ora badiamo a vincere senza pensieri negativi, senza andare contro tra noi o altro. Non perdiamo l' incoraggiamento.
Ricordate, MAI mollare. Resistere e combattere, SEMPRE, fino all' Ultimo.
VITTORIA AGLI ELETTI!


POST 3
(...dal vangelo secondo Kuran...)

questo qui è veramente convinto che leggeremo tutto?



POST 2
(... io ho letto fino alle seconda faccina, giuro...)

Yontra ha scritto:

Rugiada ha scritto:

kuran mi si e' dichiarato templare e mi ha mandato un esito palesemente falso. perche mai non avrei dovuto votarlo? per me tuttora e' dannato, presumibilmente vampiro.

poi parli tanto tu che sei decisamente piu corruttibile di un erede di cardinale vivo e con croce e che hai decisamente piu informazioni di me, e' strasaputo che yontra e' dannato, che martinica e' vampiro. uno sparo su martinica e votare yontra era la cosa assolutamnete piu logica da fare, invece no bisognava farmi la ripicca perche, alla terza chiesa rivelata, non ho voluto fare il nome del cardinale di cui sono erede dato che non mi veniva fornita nessuna prova concreta della veridicita di tale chiesa.

la confusione l'ha fatta chi si e' dichiarata chiesa da eletta e non lo era.



io mi sono dichiarata a athya, 2 secondi dopo c'era il mio nome in piazza da far votare e non avevo fatto assolutamente niente (oltre a insulti ricevuti sempre da athya) sono io che ho giocato contro che ho strinto i denti nonostante gli insulti che mi mandavi e ti ho comunque dato le informazioni che avevo oppure chi mi ha fatto votare solo per ripicca? bah.


POST 2
(... chiamo a testimoniare Ciccino Cirinciò)

Ovvio no? Perché mai prendere indicazioni dai superiori? POTERE AI MINORI!

Rugiada, Kuran, Athya perché non postate
direttamente nomi e ruoli per il collezioni visto i livelli che abbiamo
raggiunto in piazza?

Rugiada mi auguro per il tuo bene e per il quieto vivere che a fine gara scopriamo tutti che sei collezionista...



POST 2

un ruolo?

il collezionista è sgrulf. ok? XD contento? XD



POST 3

non e' sgrulf il collezionista, e' da 3 giorni che sa cosa sono e non mi ha mai predato, ed e' da 3 giorni che conosce il ruolo del nostro gruppetto di eletti e non ne ha mai predato uno.



POST 4

absurd!!!!!!!!!!!!!



POST 1

(...e tu chi sei? )

Rugiada ha scritto:

non e' sgrulf il collezionista, e' da 3 giorni che sa cosa sono e non mi ha mai predato, ed e' da 3 giorni che conosce il ruolo del nostro gruppetto di eletti e non ne ha mai predato uno.



POST 4

seee...che ne sai, questa si chiama strategia, perchè dopo il primo lo avreste beccato subito...



....o più semplicemente era a dieta....



POST 3

Ricordate: Martinica Martinica Martiniiica!!!

Camon elettiii! Fino all'ultimo!



POST 3

Cynthia ha scritto:

Ricordate: Martinica Martinica Martiniiica!!!

Camon elettiii! Fino all'ultimo!



POST 3

Let's Go baby! let's Go.
Per Zelgius io si...ho letto tutto lo scritto di kuran...tutto tutto



POST 5

Non pensò più neanche d’aver una gamba zoppicante. Non gli faceva più male. Gli anni? Sessantadue, sì... Ma che voleva dire? Avanti! Era come se cominciasse ora la vita. Avanti! Avanti! Qua, per il momento, c’era da correre a minacciare a quel signor assessore la denunzia delle cento schede trattenute ai soci del circolo operajo, poi a documentare il tentativo di corruzione del signor sindaco: il pagamento di cinquanta voti a dieci lire l’uno. Come documentarlo? Ma con le testimonianze, perdio! S’incaricava lui di far confessare quei contadini alla presenza d’un notajo, lui, lui... Avanti!

Arrivò così al giorno della vittoria che pareva un altro, ricreato in quell’aura di popolarità, tra gente nuova, in un paese nuovo, preso d’assalto, messo sottosopra e conquistato in pochi giorni. E, la sera della proclamazione del nuovo eletto, si presentò raggiante nella vasta sala del Circolo dei «civili»dove era imbandita una splendida mensa in suo onore; per quanto già gli apparissero evidenti i segni della stanchezza nella vecchia maschera dimenticata.

Circolava intanto in quella sala, nell’attesa che i posti fossero assegnati nella mensa, un certo squallido ometto scontorto, dal cranio d’avorio, luccicante sotto i lumi. Quasi a nascondersi, teneva il capo insaccato nelle spallucce ossute, ma cacciava in tutti i crocchi la punta della barbetta arguta, gialliccia, come scolorita, e figgeva in faccia a questo e a quello gli occhietti lustri, acuti come due spilli, che gli spiccavano maligni nel cereo pallore del viso. Si fermava un momento a ripetere una domanda insistente alla quale era chiaro che non riceveva una risposta che lo soddisfacesse; negava col dito, scrollava le spalle come se esclamasse: «Ma che! Ma che! Impossibile!», o stirava il volto sporgendo il labbro inferiore, come uno che non riesca a capacitarsi, e s’allontanava rivoltandosi a guardare di sfuggita e di sbieco, con quegli occhietti puntuti, Cirinciò.

Cirinciò se n’accorse subito.

Pur tra il fervore entusiastico dell’accoglienza, si sentì ferire fin da principio da quegli occhietti. Cercò di sfuggirli, rituffandosi in mezzo alla confusione della festa. Ma di qua, di là, da vicino, da lontano, donde meno se l’aspettava, si sentiva pungere dalla fissità quasi spasimosa di quegli occhietti persecutori; e, appena punto, raggelare, sconcertare, rimescolar tutto da un sentimento oscuro che, facendogli impeto rabbiosamente, gli occupava come di una tenebra di vertigine il cervello. Si ripigliava; ma avvertiva internamente che non gli era più possibile ormai tenersi fermo, ché tutto, dentro, gli vagellava, non tanto per la persecuzione di quegli occhietti, di cui in fine non aveva nulla da temere, quanto perché... perché non lo sapeva bene lui stesso.



POST 2

Zicky ha scritto:

Non pensò più neanche d’aver una gamba zoppicante. Non gli faceva più male. Gli anni? Sessantadue, sì... Ma che voleva dire? Avanti! Era come se cominciasse ora la vita. Avanti! Avanti! Qua, per il momento, c’era da correre a minacciare a quel signor assessore la denunzia delle cento schede trattenute ai soci del circolo operajo, poi a documentare il tentativo di corruzione del signor sindaco: il pagamento di cinquanta voti a dieci lire l’uno. Come documentarlo? Ma con le testimonianze, perdio! S’incaricava lui di far confessare quei contadini alla presenza d’un notajo, lui, lui... Avanti!

Arrivò così al giorno della vittoria che pareva un altro, ricreato in quell’aura di popolarità, tra gente nuova, in un paese nuovo, preso d’assalto, messo sottosopra e conquistato in pochi giorni. E, la sera della proclamazione del nuovo eletto, si presentò raggiante nella vasta sala del Circolo dei «civili»dove era imbandita una splendida mensa in suo onore; per quanto già gli apparissero evidenti i segni della stanchezza nella vecchia maschera dimenticata.

Circolava intanto in quella sala, nell’attesa che i posti fossero assegnati nella mensa, un certo squallido ometto scontorto, dal cranio d’avorio, luccicante sotto i lumi. Quasi a nascondersi, teneva il capo insaccato nelle spallucce ossute, ma cacciava in tutti i crocchi la punta della barbetta arguta, gialliccia, come scolorita, e figgeva in faccia a questo e a quello gli occhietti lustri, acuti come due spilli, che gli spiccavano maligni nel cereo pallore del viso. Si fermava un momento a ripetere una domanda insistente alla quale era chiaro che non riceveva una risposta che lo soddisfacesse; negava col dito, scrollava le spalle come se esclamasse: «Ma che! Ma che! Impossibile!», o stirava il volto sporgendo il labbro inferiore, come uno che non riesca a capacitarsi, e s’allontanava rivoltandosi a guardare di sfuggita e di sbieco, con quegli occhietti puntuti, Cirinciò.

Cirinciò se n’accorse subito.

Pur tra il fervore entusiastico dell’accoglienza, si sentì ferire fin da principio da quegli occhietti. Cercò di sfuggirli, rituffandosi in mezzo alla confusione della festa. Ma di qua, di là, da vicino, da lontano, donde meno se l’aspettava, si sentiva pungere dalla fissità quasi spasimosa di quegli occhietti persecutori; e, appena punto, raggelare, sconcertare, rimescolar tutto da un sentimento oscuro che, facendogli impeto rabbiosamente, gli occupava come di una tenebra di vertigine il cervello. Si ripigliava; ma avvertiva internamente che non gli era più possibile ormai tenersi fermo, ché tutto, dentro, gli vagellava, non tanto per la persecuzione di quegli occhietti, di cui in fine non aveva nulla da temere, quanto perché... perché non lo sapeva bene lui stesso.

questa è pubblicità occulta (hai intenzione di postarlo tutto? )



POST 2

je manca poco. poro pirandello XD



POST 4

Ouh ha scritto:

Cari Popolani, non disperdete energie nell'attaccarvi l'un l'altro (che cmq vuol dire che vi state impegnando e che ci tenete), ma concentratevi nel cercare di vincere.

chi osa rischia di sbagliare, chi sbaglia impara e chi non sbaglia è perchè non osa....

cmq...occhio AI collezionisti...

Grazie per i consigli.
Li terremo presenti.



POST 1

Zicky ha scritto:

Non pensò più neanche d’aver una gamba zoppicante. Non gli faceva più male. Gli anni? Sessantadue, sì... Ma che voleva dire? Avanti! Era come se cominciasse ora la vita. Avanti! Avanti! Qua, per il momento, c’era da correre a minacciare a quel signor assessore la denunzia delle cento schede trattenute ai soci del circolo operajo, poi a documentare il tentativo di corruzione del signor sindaco: il pagamento di cinquanta voti a dieci lire l’uno. Come documentarlo? Ma con le testimonianze, perdio! S’incaricava lui di far confessare quei contadini alla presenza d’un notajo, lui, lui... Avanti!

Arrivò così al giorno della vittoria che pareva un altro, ricreato in quell’aura di popolarità, tra gente nuova, in un paese nuovo, preso d’assalto, messo sottosopra e conquistato in pochi giorni. E, la sera della proclamazione del nuovo eletto, si presentò raggiante nella vasta sala del Circolo dei «civili»dove era imbandita una splendida mensa in suo onore; per quanto già gli apparissero evidenti i segni della stanchezza nella vecchia maschera dimenticata.

Circolava intanto in quella sala, nell’attesa che i posti fossero assegnati nella mensa, un certo squallido ometto scontorto, dal cranio d’avorio, luccicante sotto i lumi. Quasi a nascondersi, teneva il capo insaccato nelle spallucce ossute, ma cacciava in tutti i crocchi la punta della barbetta arguta, gialliccia, come scolorita, e figgeva in faccia a questo e a quello gli occhietti lustri, acuti come due spilli, che gli spiccavano maligni nel cereo pallore del viso. Si fermava un momento a ripetere una domanda insistente alla quale era chiaro che non riceveva una risposta che lo soddisfacesse; negava col dito, scrollava le spalle come se esclamasse: «Ma che! Ma che! Impossibile!», o stirava il volto sporgendo il labbro inferiore, come uno che non riesca a capacitarsi, e s’allontanava rivoltandosi a guardare di sfuggita e di sbieco, con quegli occhietti puntuti, Cirinciò.

Cirinciò se n’accorse subito.

Pur tra il fervore entusiastico dell’accoglienza, si sentì ferire fin da principio da quegli occhietti. Cercò di sfuggirli, rituffandosi in mezzo alla confusione della festa. Ma di qua, di là, da vicino, da lontano, donde meno se l’aspettava, si sentiva pungere dalla fissità quasi spasimosa di quegli occhietti persecutori; e, appena punto, raggelare, sconcertare, rimescolar tutto da un sentimento oscuro che, facendogli impeto rabbiosamente, gli occupava come di una tenebra di vertigine il cervello. Si ripigliava; ma avvertiva internamente che non gli era più possibile ormai tenersi fermo, ché tutto, dentro, gli vagellava, non tanto per la persecuzione di quegli occhietti, di cui in fine non aveva nulla da temere, quanto perché... perché non lo sapeva bene lui stesso.



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POST 1

Renegade ha scritto:

Zicky ha scritto:

Non pensò più neanche d’aver una gamba zoppicante. Non gli faceva più male. Gli anni? Sessantadue, sì... Ma che voleva dire? Avanti! Era come se cominciasse ora la vita. Avanti! Avanti! Qua, per il momento, c’era da correre a minacciare a quel signor assessore la denunzia delle cento schede trattenute ai soci del circolo operajo, poi a documentare il tentativo di corruzione del signor sindaco: il pagamento di cinquanta voti a dieci lire l’uno. Come documentarlo? Ma con le testimonianze, perdio! S’incaricava lui di far confessare quei contadini alla presenza d’un notajo, lui, lui... Avanti!

Arrivò così al giorno della vittoria che pareva un altro, ricreato in quell’aura di popolarità, tra gente nuova, in un paese nuovo, preso d’assalto, messo sottosopra e conquistato in pochi giorni. E, la sera della proclamazione del nuovo eletto, si presentò raggiante nella vasta sala del Circolo dei «civili»dove era imbandita una splendida mensa in suo onore; per quanto già gli apparissero evidenti i segni della stanchezza nella vecchia maschera dimenticata.

Circolava intanto in quella sala, nell’attesa che i posti fossero assegnati nella mensa, un certo squallido ometto scontorto, dal cranio d’avorio, luccicante sotto i lumi. Quasi a nascondersi, teneva il capo insaccato nelle spallucce ossute, ma cacciava in tutti i crocchi la punta della barbetta arguta, gialliccia, come scolorita, e figgeva in faccia a questo e a quello gli occhietti lustri, acuti come due spilli, che gli spiccavano maligni nel cereo pallore del viso. Si fermava un momento a ripetere una domanda insistente alla quale era chiaro che non riceveva una risposta che lo soddisfacesse; negava col dito, scrollava le spalle come se esclamasse: «Ma che! Ma che! Impossibile!», o stirava il volto sporgendo il labbro inferiore, come uno che non riesca a capacitarsi, e s’allontanava rivoltandosi a guardare di sfuggita e di sbieco, con quegli occhietti puntuti, Cirinciò.

Cirinciò se n’accorse subito.

Pur tra il fervore entusiastico dell’accoglienza, si sentì ferire fin da principio da quegli occhietti. Cercò di sfuggirli, rituffandosi in mezzo alla confusione della festa. Ma di qua, di là, da vicino, da lontano, donde meno se l’aspettava, si sentiva pungere dalla fissità quasi spasimosa di quegli occhietti persecutori; e, appena punto, raggelare, sconcertare, rimescolar tutto da un sentimento oscuro che, facendogli impeto rabbiosamente, gli occupava come di una tenebra di vertigine il cervello. Si ripigliava; ma avvertiva internamente che non gli era più possibile ormai tenersi fermo, ché tutto, dentro, gli vagellava, non tanto per la persecuzione di quegli occhietti, di cui in fine non aveva nulla da temere, quanto perché... perché non lo sapeva bene lui stesso.



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io me la son letta tutta in day 1, e lo vedrete nella mia stanza v.v



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Non era timore, non era vergogna; ma si sentiva come tratto di dentro a nascondersi e a scomparire da quella festa.

Troppo chiasso, oh Dio... troppo chiasso.

E andando in giro per la sala, intronato, faceva atto con le mani di smorzare i rumori.

Ma più faceva così, più si acuiva proprio fino allo spasimo in quei tali occhietti una curiosità pazzesca.

E allora Cirinciò cadde in preda a una così cupa esasperazione, che di fuori ebbe lo strano effetto di farlo apparire quasi cangiato all’improvviso.

Si riebbe un momento allorché tutti lo presero e lo portarono in trionfo a sedere a capo tavola; ma, cessata l’agitazione della cerca dei posti, appena tutti si furono accomodati, Cirinciò, volgendo lo sguardo in giro, ricadde più intronato che mai e nell’intronamento si fissò, come impietrato, vedendosi vicinissimo, a quattro posti di distanza, quell’ometto che seguitava a fissarlo, e ora – ecco – allungava il collo verso di lui, con l’indice teso come un’arma presso uno di quegli occhietti diabolici, quasi a prender la mira, e gli domandava:

- Ma scusate, non siete don Ciccino Cirinciò, voi?

Non era sul nome la domanda. Non potevano capirlo gli altri; ma lui, sì, Cirinciò lo intese benissimo.



POST 1

R.I.P. ?!


NO!!!

Anche da morti non si batte la fiacca!


Eletti aspetto i vostri esiti.



POST 1

Possibile mai che rientro a casa e mi ritrovo tipo 13 pagine di piazza???e per lo più inutili chiacchiere e battibecchi infantili??ma stiamo qui per divertirci o per scannarci a vicenda?a sto punto chiudiamo tutti i battenti e via..Spero che gli Admin,oltre che a sganasciarsi dalle risate(com'è lecito e giusto),ci diano a TUTTI una sana regolata..non si può giocare così..Anika è un bellissimo gioco di ruolo perchè rovinarlo a sto modo?spero che la partita finisca presto davvero perchè continuarla così non ha senso per me..
Ah grazie per la visitina a te che stanotte sei venuto da me..mi hai fatto piacere..
Ciao Aigor sei tutti noi..(delirio del sabato notte) XD


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(... vediamo un pò, adesso ci pensiamo la notte e domani vedremo come risolvere questo problema: la diatriba dei giocatori in un gioco fatto di menzogne...)

Sapete qual'è la verità?
... a breve avrete una risposta.

io in prima giornata ero negromante e non erede di cardinale


comunque l'ho detto in 100 lingue diverse che athya era dannata, ma non sono stata creduta... io ho iniziato a fidarmi di athya (e di conseguenza sospettare di kuran) da quando sereish mi aveva garantita athya eletta, ma penso che a quel punto fosse gia stato convertito.

la chiesa non ha giocato male ma di piu. era impossibile vincere con sti templari, ma gia l'avevo detto 2 giorni fa.

Athya ha scritto:

Renegade ha scritto:

Zicky ha scritto:

Non pensò più neanche d’aver una gamba zoppicante. Non gli faceva più male. Gli anni? Sessantadue, sì... Ma che voleva dire? Avanti! Era come se cominciasse ora la vita. Avanti! Avanti! Qua, per il momento, c’era da correre a minacciare a quel signor assessore la denunzia delle cento schede trattenute ai soci del circolo operajo, poi a documentare il tentativo di corruzione del signor sindaco: il pagamento di cinquanta voti a dieci lire l’uno. Come documentarlo? Ma con le testimonianze, perdio! S’incaricava lui di far confessare quei contadini alla presenza d’un notajo, lui, lui... Avanti!

Arrivò così al giorno della vittoria che pareva un altro, ricreato in quell’aura di popolarità, tra gente nuova, in un paese nuovo, preso d’assalto, messo sottosopra e conquistato in pochi giorni. E, la sera della proclamazione del nuovo eletto, si presentò raggiante nella vasta sala del Circolo dei «civili»dove era imbandita una splendida mensa in suo onore; per quanto già gli apparissero evidenti i segni della stanchezza nella vecchia maschera dimenticata.

Circolava intanto in quella sala, nell’attesa che i posti fossero assegnati nella mensa, un certo squallido ometto scontorto, dal cranio d’avorio, luccicante sotto i lumi. Quasi a nascondersi, teneva il capo insaccato nelle spallucce ossute, ma cacciava in tutti i crocchi la punta della barbetta arguta, gialliccia, come scolorita, e figgeva in faccia a questo e a quello gli occhietti lustri, acuti come due spilli, che gli spiccavano maligni nel cereo pallore del viso. Si fermava un momento a ripetere una domanda insistente alla quale era chiaro che non riceveva una risposta che lo soddisfacesse; negava col dito, scrollava le spalle come se esclamasse: «Ma che! Ma che! Impossibile!», o stirava il volto sporgendo il labbro inferiore, come uno che non riesca a capacitarsi, e s’allontanava rivoltandosi a guardare di sfuggita e di sbieco, con quegli occhietti puntuti, Cirinciò.

Cirinciò se n’accorse subito.

Pur tra il fervore entusiastico dell’accoglienza, si sentì ferire fin da principio da quegli occhietti. Cercò di sfuggirli, rituffandosi in mezzo alla confusione della festa. Ma di qua, di là, da vicino, da lontano, donde meno se l’aspettava, si sentiva pungere dalla fissità quasi spasimosa di quegli occhietti persecutori; e, appena punto, raggelare, sconcertare, rimescolar tutto da un sentimento oscuro che, facendogli impeto rabbiosamente, gli occupava come di una tenebra di vertigine il cervello. Si ripigliava; ma avvertiva internamente che non gli era più possibile ormai tenersi fermo, ché tutto, dentro, gli vagellava, non tanto per la persecuzione di quegli occhietti, di cui in fine non aveva nulla da temere, quanto perché... perché non lo sapeva bene lui stesso.



POST 2

Letto anche questo



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io me la son letta tutta in day 1, e lo vedrete nella mia stanza v.v



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pure io