La Piazza di Gara 30

Ecco giungere in cittadella un ragazzo giovane e spensierato, vestito del necessario e con un flauto in mano

"Dove sei mia dolce donzella
il mio flauto ti farà sentire una stella"

FI FIFIFI FIFI FIFIFIFI FIFI FI FIFIFI


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Niente abiti eleganti per la ragazza che raggiunge la Cittadella con estrema fretta, abiti gualciti e scarpe consunte.Nulla di appariscente nel suo aspetto, a parte gli occhi, grandi, vivi, curiosi.

Attraversa le strade acciottolate incurante della polvere che si alza e che le annerisce scarpe e orlo della veste, cerca un angolino tranquillo, spalle al muro, si lascia cadere seduta per terra e dalla tasca mezza scucita estrae qualcosa che stringe nel palmo della mano, non luccica, non fa rumore, non sembra nemmeno esserci... è solo un misero truciolo senza valore...


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muoviti Volgin,dobbiamo arrivare in Cittadella prima di domani
disse un uomo stempiato con capelli corti neri con una barba ben tenuta,avvolto nel suo cappotto correndo nel folto della boscaglia sotto il colle dove sorgeva la Cittadella.
aspettami Vladimir...anf-anf non c'è la faccio più è da quando siamo partiti dalla Madre patria che viaggiamo di fretta,ma è così importante arrivare in questo posto?
Vladimir si girò e annui,poi si fermmò ad aspettare il compagno,per poi ripartitre verso la meta.
I due giunsero dopo l'aspra ascesa del colle ai cancelli della Cittadella,il clima era freddo,e le nuvole coprivano il cielo annunciando un iminente acquazzone.
Sorpassati i cancelli, i due si diressero verso la piazza,dove videre un giovane che suonava il flauto
dasvidania compagno,a quanto pare non siamo soli,ti presento il mio comagno Volgin
l'uomo chiamato Volgin si tolse il basco russo e accennò un saluto,poi tornò vicino al compagno
cosa vi porta quì giovanotto?


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Yontra entrò nella cittadella si guardò in giro vide alcune persone che già parlavano, salì su un piccolo masso e disse:

Quindi scese dal piccolo improvvisato piedistallo e si avviò verso la casa assegnatagli.

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Attenzione: i Popolani non devono numerare i loro Post di Piazza, ma saranno i Master a conteggiare e numerare ogni singolo Post.
Il giocatore che dovesse segnare autonomamente i propri Post riceverà -10 PX per ogni Post autoconteggiato, e una penalità al Patibolo.
https://anika.forumattivo.com/se-sei-un-utente-leggi-qui-f78/17-la-piazza-t268.htm


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Yontra uscì dalla sua abitazione dopo aver sistemato i bagagli, ne cuore aveva strane sensazioni, non sapeva quanto sarebbe durato il suo soggiorno lì. Così iniziò a dire tra se:

"Noi siamo il formicaio
che sotto la città, tu uomo dove sei,
il mondo non è qua. Ma è qua che cambierà
e si mescolerà e ricomincerà da qui.
Noi siamo gli stranieri, i clandestini
noi uomini e donne..."

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(E siamo a 2!!! )

*Arrivò in cittadella una giovane dai capelli corvini e dallo sguardo di ghiaccio.
Non indossava abiti sfarzosi ricchi di pizzi e merletti, solo un corpetto stringato e un'ampia gonna color avorio con richiami dorati...
Aria spaesata la sua, intimidita dall'oscurità che regnava in pizza...*

Oh mamma! Ma..ma che posto è questo??
Mi avevano detto che qui avrei trovato degli indizi utili a ritrovare la mia famiglia... io qui però vedo solo piccole case, un castello e una chiesa...


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Il sole è ormai tramontato da ore e stanca dal lungo viaggio mi accingo a oltrepassare le mura di questa cittadella.
Ho come l'impressione di esserci già stata, i ricordi affiorano nella mia mente,
è il mio nome a far da padrone.
Guardinga e avvolta nel mio mantello,
faccio il mio ingresso nella piazza.


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Yontra tra i tanti notò una persona: Lacrimadisangue. Le si avvicinò e dolcemente le disse:

Quindi si ritrasse senza aspettare una risposta, mesto ritornò alla sua abitazione per rimanerci fino al giorno successivo.

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Sto al sole .. e cambio colore .. quando voglio.


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I limiti del mio linguaggio sono i limiti del mio universo.


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Come un ombra, attraversò la grande volta una bambina dai capelli scuri come la pece e gli occhi grandi e neri.
Portava un mantello ugualmente nero e la sua pelle era bianca quasi cadaverica.
Non sembrava per niente intimidita dalla cittadella che si presentava come un ambiente nuovo per lei, svogliata camminava per le strade con lo sguardo di qualcuno a cui non importa assolutamente nulla della vita altrui, sentì il suono di un flauto, si girò, vide un giovane si precipitò da lui, il suo animo da bambina aveva preso il sopravento,
si chinò, dapprima sul volto un sorriso, poi uno sguardo gelido con cui scrutò tutti i presenti.


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Strane sensazioni conducono Elsa su una strana stradina che conduce ad una cittadella..
Calde e fredde...fredde e calde...erano tiepide senzazioni che la portono a varcare il cancello e a dirigersi verso la sua dimora.
Si sentiva osservata.


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"Uff.."

Borbottava quella vecchia donna camminando a passo lento e gustandosi il panorama..

"Datemi il tempo di arrivare in piazza! Non ricordavo la strada! E cavolo..quanta impazienza!"

In realtà la strada la ricordava benissimo,come poteva dimenticare quel posto..le era mancato,in fondo..anche se qualcosa era cambiato.
Doveva guardarsi bene intorno stavolta..


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Yontra ha scritto:

Yontra tra i tanti notò una persona: Lacrimadisangue. Le si avvicinò e dolcemente le disse:

"La parola bella è nata insieme a te.
Con il tuo corpo e i piedi nudi.
Tu sei un volo che afferreirei e stringerei..."

Quindi si ritrasse senza aspettare una risposta, mesto ritornò alla sua abitazione per rimanerci fino al giorno successivo.

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Volge lo sguardo all'uomo la ragazza, ascoltandone ammutolita le strane parole.
Si stringe le ginocchia intimorita, poi spalanca la bocca in una smorfia di stupore quando questi va via, sposta una ciocca di capelli dla volto, lasciando uno sbaffo nero di lerciume sulla fronte "Che avrà voluto dire mai, stringermi? Afferrarmi? " domanda al vento, poi in silenzio ripete fra sè le parole dell'uomo cercandone a lungo il significato


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non riversate sugli allievi il rancore per i maestri ^_^


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Lo stralcio di una pagina ingiallita dal tempo, probabilmente un diario:

"Sono nato in Ungheria ma ne serbo solo un pallido ricordo, perchè quando avevo quattro anni ci trasferimmo, come molti, in America. Cambiarono il mio nome in Er..(una macchia di inchiostro rende illeggibile il resto), ma non sarebbe stato quello il mio nome. Il mio nome me lo sarei scelto io a diciasette anni, quando sarebbe stato tempo di calcare la scena."


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